Giovanna Frene


Alias Sandra Bortolazzo (Asolo, 1968) ha publicado: Immagine di voce (Facchin, Roma, 1999), Spostamento (LietoColle, Faloppio, 2000), Datità (epílogo de Andrea Zanzotto, Manni, Lecce, 2001), Stato apparente (LietoColle, Faloppio, 2004), Sara Laughs (Edizioni D’If, Nápoles, 2007). Con el seudónimo de Federica Marte ha publicado el cuento epistolar Orfeo è morto (Lietocolle, Faloppio, 2002). Sus poemas han sido incluidos en revistas italianas y extranjeras. Está presente en dos importantes antologías: Parola Plurale. Sessantaquattro poeti italiani fra due secoli, de G. Alfano y otros (Sossella, Roma, 2005) y Nuovi poeti italiani de P. Zublena (“Nuova Corrente”, LII, n. 135, enero-junio 2005). 


 

Edición bilingüe. Traducción de Emilio Coco

 

 

 AUTORITRATTO

 

Questa immobile fissità      sono io?

È ancora la mia bocca questa furente serie di carni?

Sedimenti di petali tra le fessure – se fino a ieri

era tutto perfezionato al meglio    mentì

questa evanescente fluidità chiamata

tritacarne? Negare di preferire qualsiasi

preferenza              fingere di fingere la finzione

del non sentire             proferire perfetti

simulacri attinti al tutto della totalità:

soltanto così                   riflessi dietro lo specchio

percepire d’un tratto                                 un uno.

 

 

 

AUTORRETRATO

 

¿Esta inmóvil fijeza     soy yo?

¿Es todavía mi boca esta furibunda serie de carnes?

Sedimentos de pétalos entre las hendiduras – si hasta ayer

estaba todo perfeccionado de la mejor manera    ¿mintió

esta evanescente fluidez llamada

picadora de carne? Negar que se prefiere cualquier

preferencia                 fingir que se finge la ficción

del no sentir                      proferir perfectos

simulacros tomados al todo de la totalidad:

tan solo así                           reflejados detrás del espejo

percibir de repente                                             un uno.

 


 

SIMILELEGIA

 

Sarebbe questa la poesia? Il mondo è nato

devastato e ogni volta attorno contemplo il fondo

le nuvole aspettando il tuo ritorno. Perché

forse è in attesa nel cielo la poesia

o forse potrebbe anche permanere tra le tue

lenzuola tra le mura della tua intimità

lungo il filo del tuo telefono fra i tuoi libri

sopra i fornelli delle tue vaste pietanze

nelle tue poesie nei tuoi dipinti

 

ma non per me       quando non essendoci

temo poi la tenerezza detta dalla tua parola

che mi parla della vasta efebica ora forse

a me inconcusso avvicinamento anche nell’amplesso

tanto lungamente quanto avrei desiderato

 

ma non per me        quando la solitudine

mi assale la mano sul telefono e l’orecchio

non ti chiama per timore di interromperti

in qualcosa     la (tua) sera

 

 

SIMIL-ELEGÍA

 

¿Sería esto la poesía? El mundo ha nacido

devastado y cada vez en torno contemplo el fondo

las nubes esperando tu retorno. Porque

acaso está a la espera en el cielo la poesía

o acaso podría también permanecer entre tus

sábanas entre las paredes de tu intimidad

a lo largo del hilo de tu teléfono entre tus libros

en los fogones de tus amplios manjares

en tus poemas en tus pinturas

 

pero no para mí         cuando al no estar

temo la ternura dicha por tu palabra

que me habla de la amplia efébica hora acaso

a mí inconcuso acercamiento también en el abrazo

tan largamente como hubiera deseado

 

pero no para mí         cuando la soledad

me asalta la mano sobre el teléfono y el oído

no te llama por temor a interrumpirte

en algo           (tu) tarde

 


 

REQUIEM

 

I semafori divennero verdi       contemporaneamente

dalle opposte parti partirono             tutte le macchine

senza coscienza senza pazienza           fu una carneficina

senza precedenti visti               poi tutto fu ripulito

tornò come prima cancellata     anche la memoria

però io che ricordo tutto        quel sangue

non posso tacere seduta       ai bordi della strada

attendo il prossimo supplizio            nella veglia delle parole

sopra tutti i morti che furono

                                            e che verranno

 

 

REQUIEM

 

Los semáforos se pusieron verdes    a la vez

de las opuestas partes salieron             todos los coches

sin conciencia sin paciencia                      fue una carnicería

sin precedentes vistos                 luego quedó todo limpio

volvió como antes borrada       también la memoria

pero yo recuerdo todo           aquella sangre

no puedo callar sentada        en la orilla del camino

esperando el próximo suplicio            en la vigilia de las palabras

sobre todos los muertos que fueron

                                                     y que vendrán

 

 

 

 

 

E. D.

 

Io sono piccola – non parlo ad alta voce

temo il più silenzioso dei rumori

canto nella notte per tenere l’angoscia –

di giorno la luce potrebbe bruciarmi –

ho paura del rumore della penna –

potrei frantumarmi al primo urto –

amo il disordine dell’ordine

vedo la complessità del semplice

vivo in un attimo il tutto – il niente –

 

ma specialmente – non parlo ad alta voce

per non sommergere il terrore

che appena tiene unito il mio corpo

 

 

 

E. D.

 

Yo soy pequeña – no hablo en voz alta

temo al más silencioso de los ruidos

canto en la noche para tener la angustia –

de día la luz podría quemarme –

tengo miedo al ruido de la pluma –

podría destrozarme al primer choque –

amo el desorden del orden

veo la complejidad de lo sencillo

vivo en un instante el todo – la nada –

 

pero principalmente – no hablo en voz alta

para no hundir el terror

que apenas tiene unido mi cuerpo

 


 

  

DESCRIZIONE

 

Gli pongono le mani intorno al sesso             a ogiva

per prima cosa mentre è ancora seminudo.

Ha gli occhi spalancati e non prova vergogna.

Anche la bocca è del tutto aperta      tanto che non può

parlare o forse nessuno lì ha il tempo per ascoltarlo.

Per seconda cosa mentre è ancora disteso,

gli puliscono il corpo con una spugna morbida

sostenendo chi la schiena chi le braccia       perché non si affatichi.

Bisogna prepararlo a festa. Non si può

mancare alla festa       quando viene preparata.

Non è il momento di vergognarsi per tutte quelle donne.

Camminano avanti e indietro       vanno su e giù

per la camera come api in un giardino d’inverno.

La sua voce si perde nel loro brusio. Cercano

l’abito migliore    le scarpe più nere.

A cosa starà pensando mentre scruta il soffitto

quasi attonito… per terza cosa volevo dire

ora che sono vestito   che non riesco a parlare

con questa benda attorno alla testa e non posso

vedere con le palpebre così abbassate.

Gli guardo le mani sopra il petto                 a crociera.

Un morto non ha polmoni per un ampio respiro: è tutto

concentrato sulla sua morte,

non pensa a domani:             domani

non esiste

 

 

 

DESCRIPCIÓN

 

Le meten las manos alrededor del sexo             en forma de ojiva

en primer lugar mientras está todavía semidesnudo.

Tiene los ojos desorbitados y no le da vergüenza.

También su boca está abierta de par en par  por lo cual no puede

hablar o acaso nadie allí tiene tiempo para escucharlo.

En segundo lugar mientras está  tendido aún,

le limpian el cuerpo con una esponja suave

sosteniendo unos su espalda otros sus brazos     para que no se canse.

Hay que ponerlo de fiesta. No se puede

faltar a la fiesta      cuando se prepara.

No es la hora de avergonzarse por todas aquellas mujeres.

Van de un sitio para otro    de arriba abajo

por la habitación como abejas en un jardín de invierno.

Su voz se pierde en el cuchicheo de ellas. Buscan

el traje mejor    los zapatos más negros.

En qué estará pensando mientras escruta el techo

casi atónito... En tercer lugar quería decir

ahora que estoy vestido que no logro hablar

con esta venda alrededor de mi cabeza y no puedo

ver con los párpados tan cerrados.

Le miro las manos sobre el pecho      cruzadas.

Un muerto no tiene pulmones para una amplia respiración: todo

está concentrado en su muerte,

no piensa en el mañana:           el mañana

no existe